Negli ultimi anni, la lotta contro il cambiamento climatico è diventata sempre più urgente. La COP27, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ha portato all’attenzione mondiale il problema delle emissioni di CO₂ e la necessità di strategie efficaci per la loro riduzione. I dati mostrano che, nonostante gli sforzi di molti paesi, le emissioni continuano a crescere, con significative differenze tra le economie globali.
Chi sono i maggiori responsabili delle emissioni di CO₂?
Secondo il report della Commissione Europea sulle emissioni globali, nel 2021 le emissioni di CO₂ sono aumentate del 5,3% rispetto al 2020, avvicinandosi ai livelli pre-pandemia. I principali paesi responsabili delle emissioni sono:
- Cina (33% delle emissioni globali)
- Stati Uniti (12,5%)
- Unione Europea (7,3%)
- India (7%)
- Russia (5%)
Questi cinque attori rappresentano insieme oltre il 65% delle emissioni globali di CO₂ di origine fossile. La Cina, in particolare, ha superato gli Stati Uniti come principale emettitore nel 2005, e oggi produce da sola più CO₂ di quanto facciano insieme le economie di USA, UE, India e Russia.


Emissioni pro capite e storiche: una prospettiva diversa
Se si analizzano le emissioni pro capite, il quadro cambia. Gli Stati Uniti restano al primo posto, seguiti da Australia, Canada e Arabia Saudita, mentre la Cina, a causa della sua vasta popolazione, ha valori più bassi.
Guardando invece le emissioni storiche cumulate dal 1850 a oggi, gli USA e l’UE restano i principali responsabili del riscaldamento globale, con un contributo storicamente molto più elevato rispetto alla Cina e all’India. Questo è un tema centrale nei negoziati climatici: i paesi emergenti sostengono che le economie sviluppate, avendo beneficiato per decenni dell’uso di combustibili fossili, dovrebbero assumersi una maggiore responsabilità nella riduzione delle emissioni.
Quali settori inquinano di più?
Le emissioni di CO₂ derivano da diversi settori economici, ma la produzione di energia rimane la fonte principale di inquinamento globale. Ecco la suddivisione per settore:
- Energia e produzione elettrica – 44% delle emissioni globali
- Industria pesante – 24%
- Trasporti – 16%
- Edilizia e riscaldamento – 10%
- Altri settori industriali – 6%
L’industria dell’energia rimane la principale responsabile dell’aumento delle emissioni. In Cina, ad esempio, il 44% delle emissioni nazionali proviene dalla produzione di elettricità, ancora fortemente dipendente dal carbone.
Il ruolo delle foreste e delle soluzioni naturali
Un aspetto fondamentale nella lotta contro le emissioni di CO₂ è il ruolo delle foreste. Le aree verdi globali assorbono anidride carbonica, mitigando così l’impatto delle emissioni umane. Tuttavia, la deforestazione sta riducendo questa capacità naturale.
Il settore del Land Use, Land-Use Change and Forestry (LULUCF) nel 2020 ha rimosso circa 3,9 gigatonnellate di CO₂, pari a circa il 10% delle emissioni fossili globali. Tuttavia, il tasso di deforestazione globale continua a essere elevato, mettendo a rischio questo equilibrio.
Quali soluzioni per ridurre le emissioni?
La transizione verso un sistema energetico più sostenibile è al centro delle strategie climatiche mondiali. Alcune delle soluzioni chiave includono:
✅ Espansione delle rinnovabili: aumentare la quota di energia eolica, solare e idroelettrica per sostituire i combustibili fossili.
✅ Efficienza energetica: migliorare la gestione dei consumi energetici negli edifici, nei trasporti e nell’industria.
✅ Mobilità sostenibile: investire nei trasporti pubblici e nella diffusione di veicoli elettrici.
✅ Economia circolare: ridurre gli sprechi, promuovere il riuso e migliorare il riciclo dei materiali.
✅ Rimboschimento: proteggere le foreste esistenti e piantare nuovi alberi per assorbire più CO₂.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) rappresentano una delle soluzioni più promettenti per incentivare l’autoconsumo collettivo e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
Conclusione: agire è una necessità
I dati presentati alla COP27 mostrano che il mondo è ancora lontano dagli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi, che prevede una riduzione del 43% delle emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 2010. Al momento, invece, le emissioni stanno aumentando del 10,6%, rendendo sempre più difficile limitare il riscaldamento globale entro 1,5°C.
La transizione energetica non è più una scelta, ma un’urgenza. È necessario un impegno coordinato tra governi, aziende e cittadini per accelerare l’adozione di soluzioni sostenibili e limitare gli impatti del cambiamento climatico.
CretaES continua a promuovere tecnologie e modelli energetici innovativi per supportare questa transizione. Unisciti a noi nella sfida per un futuro più sostenibile! 🌍♻️💡
Per approfondire e per altri interessanti grafici sul tema: https://lab24.ilsole24ore.com/cop27-dati-CO2-mondo/