🎧 Ascolta l’episodio del podcast “Correnti Future” – “Impatti e pregiudizi, dalle origini a oggi” qui sotto, dove Mattia Battaggion e Pier Paolo Girardi analizzano la storia, i benefici e le sfide della mobilità elettrica.

Il podcast Correnti Future è realizzato da RSE.

Quando Edison e Ford immaginavano il futuro elettrico

Se pensiamo a quando l’auto elettrica ha iniziato a essere considerata un’alternativa efficiente e pulita ai motori a combustione interna, la risposta più ovvia potrebbe essere “negli ultimi 20-30 anni”. In realtà, già nel 1895, Thomas Edison cercava di convincere Henry Ford che il futuro dell’automobile sarebbe stato elettrico.

Ford stesso, in un’intervista dell’epoca, dichiarò:
“Ritengo che alla fine il motore elettrico sarà utilizzato universalmente per l’autotrasporto in tutte le grandi città e che l’automobile elettrica in futuro diventerà il mezzo di trasporto per le famiglie. Tutto l’autotrasporto passerà all’elettricità.”

Ma allora, perché questa visione non si è concretizzata prima? Per un mix di fattori: batterie non ancora efficienti, scarsa infrastruttura di ricarica e, soprattutto, la pressione dell’industria petrolifera che ha favorito i motori a combustione. Oggi, più di un secolo dopo, forse stiamo per assistere al compimento di quella visione lungimirante.


La rivoluzione della mobilità elettrica

Il settore automobilistico sta vivendo la sua più grande trasformazione dai tempi della catena di montaggio di Ford. Non si tratta solo di sostituire un motore con un altro, ma di ripensare l’intera mobilità:
🚗 Impatto ambientale
🔋 Gestione delle risorse
💼 Occupazione e filiere produttive
🌍 Geopolitica dell’energia

Questa transizione, però, è accompagnata da una serie di pregiudizi e dubbi. Le auto elettriche sono davvero più pulite? La produzione delle batterie annulla i benefici ambientali? E cosa accadrà ai milioni di lavoratori impiegati nell’industria automobilistica tradizionale?

Per rispondere a queste domande, il podcast ospita Pier Paolo Girardi, responsabile del gruppo di ricerca Life Cycle Assessment di RSE, che ci aiuta a fare chiarezza con dati concreti.


Auto elettriche e impatto ambientale: il confronto con le auto termiche

Le principali critiche alle auto elettriche riguardano le emissioni di CO₂ e il loro ciclo di vita. Ma i numeri parlano chiaro:

🔹 Se consideriamo l’intero ciclo di vita di un’auto elettrica – dalla produzione della batteria all’utilizzo e allo smaltimento – gli impatti ambientali sono circa la metà rispetto a un’auto a combustione interna.

🔹 Un’auto elettrica, nel corso della sua vita, riduce dal 40% al 60% le emissioni di CO₂ rispetto a un veicolo a benzina o diesel.

🔹 Le emissioni di un’auto a combustione aumentano con il tempo, a causa dell’usura del motore e della necessità di estrarre combustibili fossili sempre meno accessibili. Al contrario, le emissioni di un’auto elettrica tendono a diminuire, perché dipendono sempre meno da fonti fossili e sempre più da energie rinnovabili.

🔹 Il sistema elettrico sta diventando più pulito, grazie all’integrazione di fonti rinnovabili come solare ed eolico. Questo significa che ricaricare un’auto elettrica nel futuro avrà un impatto ambientale sempre minore.


Efficienza energetica: il punto di forza dell’auto elettrica

Uno degli aspetti meno discussi ma più rilevanti della mobilità elettrica è l’efficienza energetica.

🔹 Un motore elettrico ha un’efficienza superiore all’80%, mentre un motore a combustione interna si ferma al 20-25%.

🔹 Dal petrolio alla ruota, un’auto termica ha un’efficienza reale compresa tra il 16% e il 20%, perché gran parte dell’energia viene dispersa sotto forma di calore.

🔹 Un’auto elettrica, invece, riesce a trasformare in movimento tra il 25% e il 60% dell’energia primaria (a seconda della fonte di produzione), rendendola più efficiente di almeno il doppio rispetto a un’auto a benzina.


Il nodo critico: l’estrazione delle materie prime per le batterie

Uno dei punti più controversi della mobilità elettrica riguarda l’estrazione di litio, cobalto e nickel, materiali fondamentali per le batterie.

Alcuni dati chiave:
🔹 La batteria rappresenta circa il 20-25% delle emissioni di CO₂ di un’auto elettrica nel suo ciclo di vita.
🔹 L’estrazione delle materie prime incide per circa il 7,5% dell’impatto complessivo.
🔹 L’Europa sta lavorando su strategie di approvvigionamento sostenibile, introducendo un passaporto delle batterie per certificare che siano prodotte nel rispetto di standard ambientali e sociali.
🔹 L’innovazione tecnologica sta riducendo la dipendenza da cobalto e nickel. Le nuove batterie litio-ferrofosfato (LFP), ad esempio, non utilizzano cobalto e sono completamente riciclabili.

Inoltre, con lo sviluppo di un’economia circolare, in futuro potremo riciclare le batterie usate per ottenere nuove materie prime, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale.


Il grande cambiamento nell’industria e nell’occupazione

Uno dei timori più diffusi riguarda il futuro dei lavoratori nell’industria automobilistica.

🔹 L’industria dell’auto in Europa è già in contrazione da anni, e la concorrenza con nuovi attori globali (come le case automobilistiche cinesi) sta accelerando la trasformazione.

🔹 Un’auto elettrica è più semplice da produrre, ha meno componenti e necessita di meno manodopera nella filiera tradizionale. Tuttavia, questo non significa una perdita netta di posti di lavoro: si stanno creando nuove opportunità nei settori della produzione di batterie, della gestione dell’energia e della mobilità connessa.

🔹 L’Europa deve investire in innovazione, perché la filiera della produzione di batterie potrebbe portare occupazione significativa, con nuovi stabilimenti che potrebbero assorbire gran parte dei lavoratori in uscita dal settore termico.


Un fiume che torna al suo corso naturale

La storia della mobilità elettrica somiglia a quella di un fiume che, dopo essere stato deviato per oltre un secolo, sta finalmente tornando al suo corso naturale.

Oggi, la transizione all’elettrico sta abbattendo i vecchi miti:
Le auto elettriche sono più pulite
Sono più efficienti
Possono diventare sempre meno impattanti grazie alle energie rinnovabili
Possono offrire nuove opportunità economiche e occupazionali

Come ogni rivoluzione, questa trasformazione incontra resistenze e ostacoli. Ma, come il fiume che segue la legge della fisica, anche il futuro della mobilità sembra destinato a scorrere nella direzione dell’elettrificazione.

🎧 Ascolta l’episodio del podcast “Correnti Future” – “Reti Fragili?” qui sotto, dove Mattia Battaggion e Filippo Colzi discutono il futuro della rete elettrica e l’impatto della mobilità elettrica sulla stabilità del sistema energetico.

Il podcast Correnti Future è realizzato da RSE.

Dalla paura dei blackout alla rivoluzione della mobilità elettrica

Il 13 luglio 1977, un blackout lasciò New York City al buio per 25 ore, coinvolgendo 9 milioni di persone. L’incidente, innescato da due fulmini che colpirono linee di trasmissione cruciali, scatenò un effetto domino che paralizzò l’intera città. Da allora, il timore dei blackout è diventato una delle principali preoccupazioni legate alla stabilità della rete elettrica.

Oggi, con l’elettrificazione dei trasporti e il crescente numero di auto elettriche, si torna a discutere di quanto la rete possa essere messa sotto pressione. Ma queste paure sono fondate?


Auto Elettriche: Un Peso o un’Opportunità per la Rete?

La mobilità elettrica non riguarda solo le automobili, ma una trasformazione più ampia delle infrastrutture urbane: rete elettrica, parcheggi, distributori di carburante e abitudini di rifornimento stanno cambiando rapidamente.

Se consideriamo che un’auto elettrica percorre mediamente 11.000 km all’anno, il suo consumo si aggira intorno a 1.800 kWh, paragonabile a quello di una famiglia media in 8 mesi.

Secondo il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), nel 2030 in Italia potrebbero circolare 4,3 milioni di auto elettriche, contro le attuali 300.000. Questo comporterebbe un aumento del 2,5% del consumo totale di energia, un incremento gestibile con le infrastrutture attuali.

Anche nello scenario più estremo – con 35 milioni di auto elettriche entro il 2040-2050 – l’aumento della domanda di energia sarebbe tra il 15% e il 20%, un valore significativo ma non critico.


Smart Charging: La Chiave per Evitare il Sovraccarico della Rete

Il problema principale non è la quantità di energia richiesta, ma i picchi di domanda. Se milioni di persone collegassero contemporaneamente le proprie auto elettriche alla rete dopo il lavoro, si rischierebbero sovraccarichi.

La soluzione? Smart Charging, un sistema che regola in modo intelligente la potenza di ricarica, distribuendo il consumo in fasce orarie meno congestionate.

I vantaggi dello Smart Charging:
Riduzione dei sovraccarichi sulla rete
Minori costi per gli utenti, ricaricando nei momenti di minor prezzo
Maggiore utilizzo delle rinnovabili, sfruttando i picchi di produzione solare


Vehicle-to-Grid: Quando le Auto Elettriche Aiutano la Rete

L’evoluzione dello Smart Charging è il Vehicle-to-Grid (V2G), una tecnologia che permette alle auto elettriche di restituire energia alla rete quando necessario.

Le auto diventano così batterie mobili, accumulando energia in surplus (ad esempio dal fotovoltaico diurno) e rilasciandola nelle ore di picco.

Questa tecnologia potrebbe:
✔ Ridurre il bisogno di nuove centrali elettriche
✔ Stabilizzare la rete bilanciando domanda e offerta
✔ Creare opportunità economiche per i proprietari di auto elettriche


Colonnine di Ricarica: Quante Ne Servono Davvero?

Si teme spesso una carenza di infrastrutture di ricarica, ma i numeri dicono il contrario.

Oggi in Italia sono installati circa 60.000 punti di ricarica, distribuiti in 21.500 stazioni, un numero simile ai 21.750 distributori di carburante presenti sul territorio.

Per il 2030, si prevede che serviranno:
🔹 150.000 punti di ricarica lenta
🔹 50-60.000 punti di ricarica ultra-rapida

Le colonnine saranno strategicamente posizionate nei parcheggi aziendali, nei centri commerciali, nei punti di interscambio e nelle aree di sosta prolungata.


Verso una Mobilità Elettrica Intelligente

La transizione all’elettrico non cambia solo le auto, ma il modo in cui concepiamo l’energia.

Se con i carburanti fossili eravamo abituati a rifornirci in stazioni dedicate, con l’elettrico possiamo sfruttare ogni momento in cui l’auto è ferma:
🔹 Di notte, a casa
🔹 Di giorno, in ufficio o nei parcheggi pubblici
🔹 Durante attività quotidiane, nei centri commerciali o nei luoghi di intrattenimento

È un passaggio da un sistema centralizzato a una rete diffusa e intelligente, dove ogni auto elettrica diventa una risorsa per la stabilità energetica del Paese.

La mobilità elettrica non riguarda solo batterie e colonnine, ma un nuovo modo di pensare energia, mobilità e gestione del tempo.


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